Masking: come le persone nascondono il proprio vero sé e le sue implicazioni psicologiche
Hai mai sentito parlare di masking? Qualsiasi sia la tua risposta, sappi che non è un problema, anzi noi di Spazio kameie vogliamo parlartene di seguito, andando ad approfondire l’argomento e cercando di indagare e capire come le persone nascondono il proprio vero sé e le sue implicazioni psicologiche. Rimani con noi.
Iniziamo però a capire di cosa si tratta. Quando si parla di masking si fa riferimento ad una specifica strategia comportamentale che le persone adottano per nascondere o mascherare i propri pensieri, emozioni o tratti caratteriali autentici, spesso in risposta a pressioni sociali o ambientali. Se ti stai chiedendo del perché avvenga una cosa del genere, sappi che questa tecnica viene utilizzata principalmente per adattarsi a norme sociali, evitare giudizi negativi o per proteggere la propria immagine pubblica. La cosa che ci preme sottolineare però è che anche se il masking risulta essere efficace nel breve periodo, gli effetti a lungo termine di questa pratica possono essere dannosi, causando stress psicologico, ansia e un senso di disconnessione dal proprio io autentico.
Come dicevamo prima, il masking è spesso associato a persone che si trovano a fronteggiare situazioni sociali in cui non possono o non vogliono esprimere liberamente chi sono veramente, e spesso è messo in atto in tutti quei contesti dove c’è una forte pressione sociale a conformarsi a determinati standard, come ad esempio nei luoghi di lavoro, nelle scuole o in gruppi sociali. Più da vicino, le persone che lo praticano possono nascondere emozioni come la tristezza, la frustrazione o l’ansia, presentando invece un volto più “accettabile” o conforme alle aspettative degli altri.
Ma c’è dell’altro: il masking è frequentemente osservato in persone con disturbi dello spettro autistico (ASD), dove i tratti di socializzazione e comunicazione tipici della condizione vengono nascosti per “adattarsi” meglio alla società; ma non solo: al contrario di quanto si possa pensare, sono davvero molte le persone che possono utilizzare il masking, comprese quelle che soffrono di disturbi d’ansia, depressione o altre condizioni psicologiche, come una risposta alla paura del rifiuto o al desiderio di essere accettate.
Quindi, alla luce di quanto detto finora, anche se il masking può sembrare una strategia utile per evitare conflitti o giudizi negativi, nel lungo periodo può avere gravi conseguenze per la salute psicologica dell’individuo, tra cui:
- Stress e ansia: in quanto nascondere continuamente i propri veri sentimenti e pensieri richiede un impegno cognitivo e emotivo significativo;
- Esaurimento emotivo: dovuto al bisogno di dover reprimere costantemente emozioni genuine può portare a un esaurimento emotivo;
- Identità distorta: in quanto il masking prolungato può influenzare negativamente la percezione che una persona ha di sé;
- Isolamento sociale: anche se il masking può sembrare una soluzione per adattarsi socialmente, può effettivamente portare a una maggiore solitudine.
Ma detto questo, cosa si può fare? Affrontare il masking richiede un cambiamento nella visione di sé e nel modo in cui si interagisce con gli altri, ecco perché è utile imparare a riconoscere quando si sta praticando il masking e comprendere le ragioni che portano a metterlo in atto. La buona notizia è che grazie al supporto di professionisti come psicologi e terapeuti, le persone possono lavorare per sviluppare una maggiore autenticità nelle proprie relazioni, creando ambienti sociali più accoglienti e comprensivi. L’autenticità permette agli individui di essere più in sintonia con se stessi e di costruire legami più genuini con gli altri, riducendo lo stress e aumentando il benessere emotivo.