Spazio Kameie è nata per dare la possibilità ad ognuno di sentirsi davvero “visti”, accolti ed accettati per quello che ognuno è, così com’è.

Da qui nasce anche la naturale attenzione al tema della neurodiversità, come paradigma della normale condizione umana, essa stessa variabile per natura.

 

La neurodiversità si riferisce alla variabilità neuro-cognitiva praticamente infinita all’interno della popolazione umana della Terra. Indica il fatto che ogni essere umano ha un sistema nervoso unico con una combinazione unica di abilità e bisogni.

Siamo TUTTI Neurodiversi perché non esistono due umani sul pianeta esattamente uguali.

All’interno di questo paradigma, è possibile distinguere le persone Neurotipiche da quelle Neuroatipiche o Neurodivergenti.

All’interno di Spazio Kameie abbiamo creato la possibilità di prendere anche in carico coloro che hanno particolari neurodivergenze, ossia Autismo, ADHD e APC (Alto Potenziale Cognitivo), condizioni che spesso non vengono viste, accolte e supportate in modo adeguato.

Pensiamo che il contesto in cui siamo inseriti abbia bisogno di creare spazio per coloro che hanno ricevuto una diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico, senza compromissioni intellettive e linguistiche, o di ADHD o di APC, coloro che si sentono e definiscono “invisibili”, non visti, non riconosciuti.

Riteniamo fondamentale, proprio per la mission unica che ci siamo posti, dare a tutti ed ad ognuno la possibilità di essere visti per quello che sono.

Nasce quindi “Spazio Neurodivergenze”: un luogo in cui professionisti esperti di autismo, ADHD e APC possano, in confronto costante con la comunità di persone neurodivergenti, dare le giuste risposte a coloro che hanno una mente che funziona in modo divergente rispetto alla media, non migliore o peggiore, ma diverso.

Per sostenere, accompagnare e dare risposta ai bisogni delle persone neurodivergenti, c’è bisogno della completa comprensione del loro modo di guardare il mondo e stare nel mondo, di pensare e relazionarsi, di percepire gli stimoli e processare le informazioni.

All’interno di Spazio Neurodivergenze in Spazio Kameie, le persone neuroatipiche possono usufruire dei seguenti servizi:

  • Supporto psicologico e psicoterapia ad orientamento Analitico Transazionale, in percorsi individuali, in gruppo o di coppia
  • Percorso diagnostico per adolescenti e adulti senza compromissioni intellettive e linguistiche
  • Supporto ai siblings
  • Supporto alla genitorialità
  • Gruppi di consapevolezza
  • Formazione e informazione

 

Sono previste collaborazioni con professionisti esterni, che condividono il nostro approccio basato sull’Okness: pedagogisti, neuropsichiatri e psichiatri con cui collaboriamo da tempo e che riteniamo utili alleati nel percorso di ognuno verso il proprio benessere.

 

DIAGNOSI

“Mi sono sempre sentito un’alieno/un’aliena. Ho sempre percepito il mondo in modo diverso da come lo percepiscono tutti gli altri che ho intorno a me. Ho sempre sentito di essere eccessivo nel mio modo di vivere gli stimoli o le emozioni. Ho sempre avuto fatica a stare nei contesti sociali come si aspettavano da me, in ogni momento della mia vita, da sempre. È sempre stato come se tutti conoscessero un modello di comportamento ed io ero l’unico o l’unica a cui questo manuale non era stato consegnato, sin dalla nascita”

Accorgersi del proprio dialogo interno, accorgersi di cosa ci diciamo, di come viviamo nel mondo, di come agiremmo se fossimo liberi di farlo, è il primo passo che fa “risvegliare” da una vita intera di sofferenza perché incapaci di stare al mondo come fanno tutti.

Scegliere di intraprendere un percorso di diagnosi è spesso il termine di un lungo viaggio fatto di sofferenza, di “sono sempre nel posto sbagliato”, “mi sento sempre fuori posto e non troverà mai il mio posto in questo mondo”, passa attraverso il “ho il diritto di sapere chi sono” e, insieme a qualcuno che possa accompagnarci in modo gentile e rispettoso, oltre che competente e aggiornato, ci riscopriamo e torniamo a noi.

Diagnosi non è solo questo o quel test da somministrare (ovviamente ci sono anvhe i test e il saperli somministrare), è anche capacità di ascolto, è vicinanza, è dare il permesso di sentirsi al sicuro e di mostrarsi finalmente e totalmente per quello che si è.

Il clinico che ci accompagnerà nel percorso di diagnosi non va’ scelto solo in base ai test che somministra (ovviamente deve saperlo fare), ma soprattutto in base alla sensazione di potersi aprire in fiducia.

Diagnosi è riapertura di ricordi, spesso dolorosi. Diagnosi è racconto di sé oggi, nelle fatiche e nei malesseri. E per percorrere questa strada dobbiamo sentirci sostenuti e accompagnati in sicurezza. Al clinico dovete consegnare le parti più fragili di voi: è importante la sintonia che sentite. Quindi, se ne avete la possibilità, scegliete la persona oltre che il professionista.

Il percorso di diagnosi è davvero importante per tornare ad amarsi e rispettarsi.

Una diagnosi è un percorso che parte dal passato, attraversa il presente e si proietta al futuro.

La diagnosi è un processo conoscitivo che passa attraverso test standardizzati, ma che non può esultare dall’incontro con l’incontro con l’altro, dalla relazione, dal sentire e viversi in piena sicurezza in uno spazio protetto.

 

Il percorso di diagnosi dura 3 o 4 sedute. C’è un primo incontro di conoscenza, raccolta informazioni, accoglienza dei motivi per cui si è ipotizzata una neurodivergenza per se stessi. Negli incontri successivi si somministrano test standardizzati, tra i quali

  • ADOS2
  • RAADS-r (se non svolto in autosomministrazione)
  • ADI-r
  • DIVAS
  • Eventualmente Vineland

Grande importanza viene poi dato all’incontro di restituzione della diagnosi.

In quel momento insieme torniamo a parlare di chi sei e hai dovuto nascondere, di chi sei oltre l’etichetta, di come hai scelto di proteggerti per stare in un mondo che percepivi diverso da te.

E se la diagnosi non c’è? Allora ti accompagniamo nella scoperta di te, oltre le definizioni. Perché tu sei importante. Ciò che vivi e senti è importante.

Se lo riteniamo utile, ti accompagniamo ad incontrare professionisti che possano aiutarti a leggere il tuo malessere e dare quel nome di cui hai bisogno per ritrovarti e prenderti cura di te.

 

E DOPO LA DIAGNOSI?

L’autismo, l’ADHD, l’APC sono modi differenti dalla norma che la mente trova per vivere se stessa e il mondo.

Il primo passo dopo aver ricevuto la diagnosi è smontare la convinzione che gli esseri umani utilizzano gli stessi schemi, uguali per tutti. In realtà non è così.

Ma queat convizione è spesso appresa in anni di adattamento alla cultura in cui siamo inseriti.

Primo passo quindi del percorso è la decostruzione di tutti i messaggi appresi e interiorizzati su se stessi, sugli altri e sul mondo, su come sarebbe giusto fare le cose o anche solo pensarle.

Diventare consapevoli del modo che la propria mente ha di osservare il mondo, immagazzinare le informazioni, vivere nel mondo è il primo passo per poi togliere l’impalcatura protettiva che si è costruita per lasciare spazio alla parte più vera e autentica di sé.

 

Tornare a se stessi, tornare alla parte di sé bambina che ha dovuto imparare a diventare altro per assecondare le aspettative, che si è sempre percepita sbagliata.

Tonare lì e imparare a dirsi “vai bene così come sei”.

 

Questo è il primo passo: osservarsi, capire chi si è, diventare consapevoli del proprio modo di stare al mondo ed in relazione al mondo.

Osservare anche ciò che non possiamo modificare, ciò che non cambiarà mai perché parte di noi, ciò che ci rende doloroso il confronto con gli altri. Osservare le nostre aree di fragilità e imparare a prendersene cura.

È vero, ci sono cose che non potrai cambiare. Ma puoi imparare ad aggirare gli ostacoli, ad affrontare le difficoltà a tuo modo e non nel modo in cui tutti si aspettano tu lo faccia.

La psicoterapia servirà anche a questo: ad imparare a stare bene con se stessi e a costruirsi un ambiente supportivo intorno e non più ostacolante o giudicante.

 

SUPPORTO ALLA GENITORIALITA’

Spesso dopo la diagnosi di uno o più dei propri figli si cercano risposte, si cerca un modo per essere genitori in modo diverso, per accompagnare la propria famiglia verso la serenità della comprensione e accettazione di ogni componente.

Per questo offriamo momenti di incontro con la coppia genitoriale, per sostenere la comprensione rispettosa dei propri figli, l’accompagnamento e l’educazione gentile.

Attraverso le competenze nel campo delle neurodivergenze e dell’educazione rispettosa, possiamo accompagnare i genitori nel lavoro di evoluzione come persone prima e come genitori poi.

FORMAZIONE

In questi anni di lavoro con le neurodivergenze ci siamo accorti di quanta poca informazione ci sia tra le persone e tra i professionisti.

Per questo, insieme a colleghi che stimiamo e di cui condividiamo la visione, organizziamo corsi di formazione sui temi delle neurodivergenze per genitori, insegnanti, professionisti della relazione di cura.

Nell’area news trovi i nostri corsi che man mano aggiorniamo.