Autismo e salute mentale
Autismo e salute mentale

Quanto viene sottovalutata la salute mentale delle persone autistiche?

Quanto si dà per scontato che se sei autistico allora ogni altra fatica legata alla tua salute mentale sarà secondaria all’essere persona autistica?

Per fortuna negli ultimi anni si stanno osservando e validando molto di più le esperienze delle persone autistiche e si sta considerando la salite mentale delle persone autistiche di pari valore di quelle allistiche (non autistiche).

Uno studio del 2021 di Bethany Oakleya, Eva Lotha and Declan G. Murphya,b,c dal titolo “Autism and mood disorders” analizza questo tema e cerca di sondarne gli aspetti. Proverò a riportarne alcuni tratti secondo me essenziali.

“Le persone con autismo presentano tassi sostanzialmente più elevati di problemi di umore rispetto alla popolazione generale, che contribuiscono a ridurre la qualità della vita e ad aumentare la mortalità per suicidio.I fattori di rischio per i problemi dell’umore nell’autismo sembrano essere in gran parte sovrapponibili a quelli identificati nella popolazione generale, compresi i meccanismi genetici, ambientali, cognitivi e fisiologici/neurobiologici condivisi. Tuttavia, questi meccanismi sono esacerbati direttamente/indirettamente dalle esperienze vissute nell’autismo, tra cui una maggiore vulnerabilità allo stress cronico, spesso correlato a difficoltà di comunicazione sociale (/bullismo) e a sensibilità sensoriali”

“La depressione maggiore e il disturbo bipolare sono tra le diagnosi psichiatriche co-occorrenti più comuni nell’autismo (Moss et al., 2015). Le stime di prevalenza variano dal 10 al 50% per la depressione (Hollocks et al., 2019; Lai et al., 2019; Wigham et al., 2017) e circa il 5% per il disturbo bipolare (Lai et al., 2019).”

“Sebbene il rischio di disturbi dell’umore sia chiaramente aumentato nell’autismo, rispetto alla popolazione generale, rimangono diverse sfide diagnostiche. In primo luogo, i problemi dell’umore possono essere diagnosticamente “oscurati” dalle caratteristiche fondamentali dell’autismo (Hollocks et al., 2019; Wood & Gadow, 2010).

Per esempio, il ritiro sociale è un indicatore di depressione che potrebbe invece essere attribuito alle difficoltà di comunicazione sociale caratteristiche dell’autismo.“Una seconda sfida diagnostica è rappresentata dal fatto che i sintomi dei disturbi dell’umore variano ampiamente tra gli individui e in alcuni casi possono presentarsi in modo atipico. “

Queste due prime sfide diagnostiche sono davvero rilevanti: essere capaci di distinguere cosa è tipico del funzionamento atipico e cosa invece è indice di malessere della persona, è compito del clinico, che deve essere capace di ascoltare la persona che ha davanti, ponendo domande adeguate e funzionali all’emergere di vissuti di malessere. Bisogna anche saper cogliere i comportamenti che differenziano l’autismo da un vissuto di malessere e quindi da un disturbo dell’umore. Molte persone autistiche manifestano ad esempio la depressione con una riduzione del tempo dedicato ai propri interessi assorbenti, riduzione della cura di sè, perdita di funzioni acquisite, come per esempio la capacità di parlare.

Cogliere questi segnali come manifestazione di malessere può essere importante per sostenere la persona nel percorso verso un nuovo equilibrio e il benessere. Ultimo elemento da tenere presente è che

“la diagnosi dei disturbi dell’umore nell’autismo è ostacolata anche dall’uso di strumenti di valutazione che si basano in gran parte su criteri sviluppati e validati nella popolazione generale. Non è quindi chiaro quanto tali strumenti siano appropriati per indicizzare i disturbi dell’umore nell’autismo (Cassidy et al., 2018).”

Tutti i test di area psicologica (e non solo, purtroppo) sono validati per persone allistiche, quindi dobbiamo fare molta attenzione quando vengono somministrati/compilati e quando ne viene data restituzione.

Si parla davvero ancora troppo poco di disturbi dell’umore nelle persone autistiche e di come sostenere un percorso di guarigione dal disturbo stesso che sia rispettoso del funzionamento atipico e che sia adattato alle peculiarità delle persone autistiche.

Non si possono separare la persona, i suoi vissuti, la sua storia e il suo funzionamento: tutto è collegato e tutto si influenza in modo reciproco e circolare. E’ essenziale guardarsi in modo integro e far in modo che chi abbiamo davanti non ci guardi “a pezzi” ma come persone intere.

 

Dott.sa Maddalena Genco